SAN PAOLO SPORT DAY, È QUI LA FESTA

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Arrivati a una certa età nella vita bisogna incominciare a fare i conti con gli acciacchi del tempo. Fu così che il 2 febbraio del 2019 il medico sportivo, dopo avermi misurato per ben due volte la pressione, non mi diede l’idoneità agonistica, sospendendo la visita perché i valori arteriosi erano superiori alla norma. Aggiunse che dovevo rivolgermi al mio medico curante perché mi prescrivesse la pillola per la pressione che avrei dovuto prendere tutti i santi giorni e di ripassare da lui tra due settimane per ripetere la visita. Alla mia domanda se potessi nel frattempo continuare a correre, rispose di sì raccomandandomi di non forzare.

Per quasi un anno ho sempre rinviato la visita, malgrado le insistenze dei miei amici perché la facessi in modo da fare qualche gara insieme. Questo tira e molla è durato quasi un anno. Finalmente il 3 dicembre l’ho rifatta e superata senza problemi, ottenendo l’idoneità. A quel punto il primo pensiero fu di iscrivermi alla decima edizione della SAN PAOLO SPORT DAY che si sarebbe svolta il 29 dicembre. La caratteristica di questa gara è che corri per dieci chilometri senza mai imbatterti in un’auto o qualsiasi altro veicolo a motore. Per due volte devi completare un circuito di cinque chilometri composto da un giro intero della pista di atletica del San Paolo, quindi esci all’esterno dello stadio per entrare nella Mostra d’Oltremare correndo nel verde per quasi tre chilometri. Rientri nello stadio, fai un nuovo giro della pista, rientri nella mostra per poi completare la gara all’arrivo allestito sulla pista dello stadio. Per queste sue caratteristiche la San Paolo Sport Day è una gara che mi piace molto. Quest’anno poi l’idea di correre nello stadio completamente rinnovato per le universiadi tenutesi a luglio e solcare la pista di atletica finalmente degna di questo nome – quella che c’era prima definirla vergognosa è un eufemismo – mi stimolava particolarmente. Per cui, non appena ricevetti l’ok dal medico, feci la runcard e mi iscrissi.

A causa delle giornate di vento forte che dopo natale scoperchiarono parte della copertura dello stadio, la gara fu annullata con l’impegno da parte degli organizzatori di recuperarla quanto prima. A quel punto con gli amici decidemmo di partecipare alla gara della befana prevista a Quarto il 6 gennaio. Non si è mai capito perché anche quella fu annullata…

Fortunatamente la serietà e l’impegno degli organizzatori della San Paolo Sport Day capeggiati da Carlo Cantales ha fatto sì che la gara si recuperasse il 2 febbraio. Confesso che ero indeciso se farla oppure no. Il dubbio era più altro conseguenza della mancanza di serenità interiore che da qualche tempo mi attanaglia l’animo. Avrei preferito uscirmene la domenica mattina con il solito di gruppo di amici per correre sul lungomare di Pozzuoli. A convincermi fu la telefonata di un amico il giovedì sera prima della partenza per dirmi che lui e il fratello si erano iscritti, chiedendomi  se io avessi fatto altrettanto. Inizialmente risposi che non mi andava ma poi pensai che sarebbe stato bello e divertente tornare a far parte del serpente di magliette colorate che si snoda lungo la pista quando lo starter dà il via. E fu così che mi iscrissi.

Poiché lo spirito era quello di divertirmi, la domenica che arrivammo allo stadio decisi che avrei portato con me lo smartphone per fare qualche foto e, perché no?, qualche video prima, durante e dopo la gara. Questa scelta, per me insolita, derivò dalla presenza in gara di Vincenzo, un amico guardia giurata che corre con l’Amatori Vesuvio, capace di allenarsi e gareggiare tenendo per ore nella mano l’asta con il cellulare scattando foto e girando video da riprodurre in tempo reale sui social.

Quando arrivammo allo stadio incontrai tanti amici che non vedevo da tempo tra cui appunto Vincenzo con l’immancabile asta con il cellulare e Teresa, una mia ex compagna di scuola che insieme al marito Bruno ha fatto parte del team con cui ho corso per diversi anni. Con Teresa decidemmo che l’avremmo corsa insieme senza pretese cronometriche, giusto per arrivare al traguardo e infilarci la medaglia al collo, magari chiudendola entro un’ora.

Come spesso accade quando non si hanno particolari propositi agonistici, la rilassatezza mentale che ti accompagna in quei frangenti, ponendoti nella condizione di correre senza stress, ti consente di fare una prestazione che va al di là delle tue più rosee previsioni.

Fu così che ci ritrovammo a correre a una media di 5’:30” con tratti anche intorno a 5’:19, chiudendo la gara con un onorevole, ovviamente per noi, 54’:57”. Per Teresa significa la miglior prestazione alla San Paolo Sport Day a 20 secondi dal suo personale assoluto sulla distanza. Considerando che la gara è caratterizzata da ripetuti saliscendi che impongono agli atleti continui cambi di passo, seppure la matematica non lo attesti ufficialmente, di sicuro per lei è stata la miglior prestazione sulla distanza. Per quanto riguarda me il fatto di essere giunto al traguardo senza affanni e di aver più volte rallentato in gara per non perdere Teresa mi soddisfa ampiamente. Quando corro, sia la domenica con gli amici sia in gara, lo faccio prima di tutto per divertirmi, per pariare come direbbero i miei figli. Le ambizioni agonistiche le lascio agli altri. La corsa da sempre rappresenta una valvola di sfogo alle problematiche quotidiane. Se dovessi preoccuparmi di preparare una gara in maniera certosina, cosa che in passato ho fatto, abbinando all’allenamento rigido un ferreo regime alimentare, avrei poi bisogno di una valvola di sfogo alle tensioni scatenanti dallo sport, trasformandosi la passione in ossessione.

Ci tengo a precisare che rispetto quanti intendono la corsa come un’attività da compiersi con disciplina e serietà, sottoponendosi ad allenamenti massacranti e a diete ferree per migliorarsi di qualche secondo sulle distanze da percorrere. Sotto certi aspetti invidio la loro costanza e abnegazione, il loro mettersi ripetutamente alla prova facendo immani sacrifici. A me basta correre, sentire l’aria pura entrarmi nei polmoni, le gambe librarsi come ali, immergere lo sguardo nel panorama all’orizzonte per sentirmi felice.

Ovvio che anche io mi alleno, mediamente tre/quattro volte a settimana. Ma lo faccio con serenità, senza l’assillo di dover uscire a ogni costo, magari scrutando ripetutamente il cielo attraverso i vetri del balcone nella speranza che smetta di piovere o cali il vento, avendo la sensazione di commettere chissà quale delitto se saltassi l’allenamento. Questi atteggiamenti in passato hanno riguardato anche me. Li ho abbandonati da quando, a seguito di una caduta durante la rifinitura per la maratona di Firenze del 2017, caddi e mi ruppi una spalla, dicendo addio alla gara.

Quando un mese dopo ripresi a correre, la voglia di partecipare alle gare mi era completamente passata. Quella tenue velleità agonistica che avevo in me mi aveva del tutto abbandonato, lasciando spazio al bisogno di rilassatezza e divertimento.

La San Paolo Sport Day è la gara giusta per appagare tali personali bisogni. Complimenti agli organizzatori! 

About Post Author

vincenzo giarritiello

Nato a Napoli nel 1964, Vincenzo Giarritiello fin da ragazzo coltiva la passione per la scrittura. Nel 1997 pubblica L’ULTIMA NOTTE E ALTRI RACCONTI con Tommaso Marotta Editore; nel 2000 LA SCELTA con le Edizioni Tracce di Pescara. Nel 1999 la rivista letteraria L’IMMAGINAZIONE pubblica il suo racconto BARTLEBY LO SCRIVANO… EPILOGO, rivisitazione del famoso racconto di H. Melville. Dal 2002 al 2009 ha coordinato laboratori di scrittura creativa per ragazzi tra cui uno presso la sezione femminile dell’IPM di Nisida, esperienza che racconta nel libro LE MIE RAGAZZE – RAGAZZE ROM SCRIVONO edito nel 2019. Tra il 2017 e il 2020 ha ristampato L’ULTIMA NOTTE e pubblicato SIGNATURE RERUM (il sussurro della sibilla), RAGGIOLO, UNO SCORCIO DI PRADISO IN TERRA e la raccolta di racconto L’UOMO CHE REALIZZAVA I SOGNI. Nel 2020 ha pubblicato con le edizioni Helicon il romanzo IL RAGAZZO CHE DANZÒCON IL MARE. Nel 2021, sempre con le Edizioni Helicon, ha pubblicato il romanzo UN UOMO BUONO (mio padre malato di Alzheimer). Ha collaborato e collabora con diverse associazioni culturali (Magaris; Lux in fabula), con riviste cartacee e digitali tra cui IL BOLLETTINO FLEGREO, NAPOLI PIÙ, MEMO, GIORNALE WOLF, COMUNICARE SENZA FRONTIERE, QUICAMPIFLEGREI.IT. Nel 2005 ha aperto il blog LA VOCE DI KAYFA e nel 2017 LA VOCE DI KAYFA 2.0. Dal 2019 ha attivato il sito www.vincenzogiarritiello.it. Per la sua attività di scrittore e poeta in vernacolo ha ricevuto riconoscimenti letterari.
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