IL REIKI MASTER LUCIA FATTORE CI SPIEGA COSA È IL REIKI

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In una società come la nostra sempre più allo sbaraglio in quanto priva di punti di riferimento stabili o, laddove ci fossero, talmente fragili che basta un nulla perché si dissolvano come neve al sole, è in costante aumento il numero di persone alla ricerca di stabilità interiore e fisica che non esita a rivolgersi alle discipline alternative come lo yoga, lo shiatsu, il reiki e altro per ritrovare se stesse. Purtroppo anche in questo settore abbondano disonesti e cialtroni che, approfittando delle fragilità e insicurezze della gente, mirano ad arricchirsi o ad appagare le proprie smanie recondite a danno di chi vi si rivolge speranzoso. Per cercare di fare luce su questo mondo affascinante ma tuttora ignoto, ci siamo rivolti al reiki master Lucia Fattore.

Lucia da quanti anni sei reiki master?

Da venti anni, ma mi occupo di tecniche naturali da quarant’anni.

Cosa è esattamente il reiki?

Il reiki è una tecnica naturale di riequilibrio energetico. Fra noi addetti diciamo che si tratta di una tecnica di guarigione perché riequilibrando il nostro sistema energetico si aiuta quanti vi si rivolgono a stare meglio e quindi a guarire prima o a non ammalarsi.

Il reiki è riconosciuto scientificamente?

No, anche se ultimamente la medicina allopatica si sta avvicinando a questa tecnica perché effettivamente ha riscontrato che in alcuni casi aiuta ad anticipare la guarigione. Ad esempio al reparto di oncologia dell’ospedale Le Molinette di Torino praticano reiki già da vent’anni. Così come a Milano, all’ambulatorio di malattie psicosomatiche. E anche a Firenze. Tra qualche settimana come Associazione Sri Yantra riprenderemo un progetto di reiki presso l’ASL Napoli 1 – Distretto 33 che già portiamo avanti da quattro/cinque anni.

Come nasce la tua passione per il reiki?

Nasce da una curiosità: negli anni ottanta conobbi delle persone che praticavano la meditazione trascendentale e le iniziai a frequentare. Man mano che le incontravo mi resi conto che ero più tranquilla e serena, che mi approcciavo alla quotidianità e alle contingenze della vita in maniera diversa. E nel contempo che anche gli altri reagivano nei miei confronti in maniera diversa, più positiva. Dopo di che iniziai a seguire un corso di shiatsu, poi di reiki.

Dove eserciti la tua attività di reiki master?

In genere mi appoggio ad altre associazioni. Anche a Pozzuoli ho un punto di incontro.

In vent’anni di attività c’è qualche episodio che ti ha particolarmente colpita?

Purtroppo sì! Anni fa scesero degli amici torinesi con la figlia la quale aveva intrapreso un percorso di reiki. All’improvviso notarono che questa ragazza, una bella ragazza, si rifiutava di frequentare l’associazione dove praticava reiki. Alla fine si scoprì che c’erano problemi con il presunto maestro il quale non era rispettoso di certe regole deontologiche… A quel punto la incontrai per riattivarla, e lei si liberò dal peso che le gravava sull’anima. Ovviamente pianse perché si sbloccò ma finalmente aveva ritrovato il proprio equilibrio interiore.  

Cosa intendi con il termine riattivazione?

Nel reiki esiste la figura di un maestro che dà delle attivazioni a chi vuole approcciarsi a questa disciplina. È un rituale energetico che avvia dando poi la possibilità a chi dovrà praticare reiki al soggetto di non trovare ostacoli energetici nel momento in cui inizierà gli incontri.

Dove nasce il reiki?

In Giappone, nel dopoguerra, grazie a Mikao Usui il quale è il padre di questa tecnica e tuttora i suoi eredi ne detengono i diritti d’autore, volendo esprimerci in maniera convenzionale. Lentamente si è poi diffuso anche in Europa.

Oltre al reiki ti interessi di altre discipline olistiche?

Sì. Andando avanti nel percorso ho capito che lavorare con l’energia a vari livelli è molto importante. Non ho mai preteso di fare la tuttologa, però ho compreso che alcune tecniche in sinergia lavorano bene e meglio. Inoltre bisogna considerare che le tecniche cambiano da soggetto a soggetto: non per tutti va bene il reiki, così come non per tutti vanno bene la meditazione, la cristalloterapia e tante altre discipline di questo tipo. E di conseguenza ho imparato a lavorare in sinergia con diverse tecniche.

Se non erro tu ti occupi anche di cristallo terapia!?…

Sì, anche se è improprio usare il termine terapia essendo il vocabolo di chiara appartenenza medica. La cristalloterapia è una tecnica che lavora con le energie dei cristalli i quali contengono dei minerali e hanno una struttura che interagisce con quella dell’organismo umano. Il sistema cristallino influisce con il nostro sistema energetico e funge da antenna reindirizzando l’energia in quelle zone del corpo umano dove si è venuto a creare uno scompenso energetico.

Qual è il tuo approccio con la medicina allopatica?

Ne ho assoluto rispetto! Non a caso dico sempre che noi operatori delle discipline alternative non vogliamo sostituirci affatto a essa ma ne siamo di supporto in quanto se una persona è più tranquilla reagisce meglio alle malattie perché il sistema immunitario si rafforza. Ciò è risultato dall’esperienza che abbiamo fatto al carcere femminile di Pozzuoli o all’ambulatorio di ginecologia della ASL Napoli 1.

Quanto è importato l’empatia che si viene a creare tra il maestro reiki e chi vi si rivolge?

È alla base! Se non ti fidi dell’altro, in questo caso mi riferisco a chi si rivolge al terapeuta, non avrai lo stesso risultato che otterrà chi invece si fida ciecamente e dunque non si scherma psicologicamente rispetto a quanto sta imparando e sta ricevendo.

Visto che tuttora esistono molte perplessità nei confronti della medicina alternativa, tu come riesci a districarti in questo ginepraio di scetticismo?

Bisogna fare bene attenzione a come parliamo e poi dobbiamo fare i conti anche con tante persone poco serie che bazzicano nell’ambiente che si ergono a santoni o guaritori con il solo fine di arricchirsi senza però avere seriamente studiato queste tecniche e quindi non le conoscono come dovrebbero.  Ecco perché io mi sono decisa a portare questi metodi anche all’interno della ASL: lì cooperiamo strettamente con il medico per cui è verificabile l’efficacia della terapia. Ad esempio il reiki è in grado di far bassare la pressione o di curare la tosse nervosa. Per farti capire quanta confusione c’è in giro sull’argomento, considera che una volta ci fu chi, sapendo che mi occupavo di queste tecniche, mi chiese se leggessi le carte…

Tu sei fondatrice e presidente dell’associazione Sri Yantra, di cosa vi occupate?

Di tutto ciò che è tecnica naturale: reiki, cristalloterapia, meditazione, fiori di bach, lavori con gli oli essenziali. Percorsi di benessere a volte fatti insieme con altre associazioni e cooperative. Noi lavoriamo affinché le persone riescano a esprimere le emozioni represse che creano ostacoli energetici e dunque impediscono il corretto funzionamento dell’organismo umano.

Che tipo di persone si rivolgono a voi?

Di tutti i ceti e di tutti i livelli culturali, non c’è una preponderanza verso l’uno o l’altro. Io ho avuto la possibilità di fare un progetto reiki presso il carcere femminile di Pozzuoli grazie alla dottoressa Scialpi che ne è la direttrice, una donna veramente eccezionale. Lì abbiamo fatto shiatsu, reiki, yoga meditazione…

Qual è stata la reazione delle detenute?

Molte venivano a seguire gli incontri giusto per il gusto di lasciare la cella. Ma molte si sono appassionate e hanno avuto degli ottimi risultati a livello emotivo e quindi di riflesso anche fisico.

Il tuo lavoro ti obbliga ad avere anche delle ottime qualità psicologiche.

Sì, ma prima di tutto devi essere onesto con te stesso e stare attento a non immedesimarti nella controparte perché spesso rischi di riflettere te stesso negli altri, e non va bene.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Continuare su questa via principalmente per me stessa perché il lavoro e la scommessa con se stessi non si ferma mai. Sono sempre alla ricerca di capire me stessa per poter poi dare sempre più agli altri. Se non impari a voler bene prima a te stesso come puoi pretendere di aiutare gli altri?

About Post Author

vincenzo giarritiello

Nato a Napoli nel 1964, Vincenzo Giarritiello fin da ragazzo coltiva la passione per la scrittura. Nel 1997 pubblica L’ULTIMA NOTTE E ALTRI RACCONTI con Tommaso Marotta Editore; nel 2000 LA SCELTA con le Edizioni Tracce di Pescara. Nel 1999 la rivista letteraria L’IMMAGINAZIONE pubblica il suo racconto BARTLEBY LO SCRIVANO… EPILOGO, rivisitazione del famoso racconto di H. Melville. Dal 2002 al 2009 ha coordinato laboratori di scrittura creativa per ragazzi tra cui uno presso la sezione femminile dell’IPM di Nisida, esperienza che racconta nel libro LE MIE RAGAZZE – RAGAZZE ROM SCRIVONO edito nel 2019. Tra il 2017 e il 2020 ha ristampato L’ULTIMA NOTTE e pubblicato SIGNATURE RERUM (il sussurro della sibilla), RAGGIOLO, UNO SCORCIO DI PRADISO IN TERRA e la raccolta di racconto L’UOMO CHE REALIZZAVA I SOGNI. Nel 2020 ha pubblicato con le edizioni Helicon il romanzo IL RAGAZZO CHE DANZÒCON IL MARE. Nel 2021, sempre con le Edizioni Helicon, ha pubblicato il romanzo UN UOMO BUONO (mio padre malato di Alzheimer). Ha collaborato e collabora con diverse associazioni culturali (Magaris; Lux in fabula), con riviste cartacee e digitali tra cui IL BOLLETTINO FLEGREO, NAPOLI PIÙ, MEMO, GIORNALE WOLF, COMUNICARE SENZA FRONTIERE, QUICAMPIFLEGREI.IT. Nel 2005 ha aperto il blog LA VOCE DI KAYFA e nel 2017 LA VOCE DI KAYFA 2.0. Dal 2019 ha attivato il sito www.vincenzogiarritiello.it. Per la sua attività di scrittore e poeta in vernacolo ha ricevuto riconoscimenti letterari.
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