Per Giovanna il carcere non è solo un luogo di detenzione dove le persone vengono recluse per espiare la pena dei propri reati, ma anche un luogo di redenzione, proprio come lo è una chiesa o un qualsiasi altro luogo di culto. Un luogo in cui chiunque possieda un barlume di coscienza, ritrovandosi prigioniero tra quelle fredde mura, si ridesti con sofferenza alla realtà dilaniato dai morsi della coscienza- a riguardo si legga Delitto e Castigo di Dostoevskij – e, mentre espia il proprio fio, inizia a riflettere sugli errori commessi che lo hanno condotto in quel luogo, provando vergona per se stesso e pena per i propri cari che non hanno modo di condividere la vita con lui, soffrendo a causa sua; ritrovando, attraverso la sofferenza interiore, la retta via.
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