PENNE STILOGRAFICHE, QUANDO LA SCRITTURA DIVENTA UN GESTO EROTICO

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Per quanto concerne la scrittura, personalmente ritengo che non vi sia nulla di più piacevole che scrivere con la penna stilografica. Nell’attimo in cui le ditta della mano impugnano quell’oggetto elegante dalla struttura affusolata, culminante nella stringente doratura del pennino, avviene una vera e propria simbiosi tra chi scrive e la penna che si trasforma in protesi attraverso cui trasfondere su carta i propri pensieri per renderli noti al mondo; un amplificatore dell’anima.

Osservare l’eleganza delle parole svolazzanti, tratteggiate sulla carta mentre l’inchiostro fluisce dal pennino come acqua dalla sorgente, ha un vago sapore erotico comparabile a un orgasmo maschile che riversa il seme nel grembo della donna amata ingravidandola.

Quel fiume di inchiostro in piena che si spande senza posa sul foglio bianco, animandolo a mo’ di Genesi, simboleggiano un vero e proprio amplesso tra due entità che, amandosi, cercano il complemento del proprio idillio attraverso la fusione dei corpi preda della passione mentre i fluidi umorali si mischiano tra loro in una poesia di sussurri e gemiti, trovando appagamento nella parola scritta.

Scrivere con la penna stilografica, però, non simboleggia solo un rapporto erotico tra l’artista e la propria arte. Scrivere con la penna stilografica è un gesto faticoso che richiede una minuziosa attenzione per non logorare né la penna – la quale esige costante pulizia, soprattutto se non è utilizzata spesso, per evitare che si otturi il tubicino attraverso cui scorre l’inchiostro -, né il foglio, lordandolo di inchiostro o graffiandolo irrimediabilmente col pennino. Eppure, malgrado le accortezze necessarie, solo scrivendo con una penna stilografica credo sia davvero possibile apprezzare il piacere della scrittura.

Molte persone considerano scrivere un semplice gesto che nulla avrebbe a che vedere con le altre forme d’arti in quanto tutti, nell’arco della giornata, anche se solo per un istante, siamo costretti ad impugnare una penna o una matita per  prendere appunti, stilare la lista della spesa, segnare un numero di telefono e quant’altro. Solo chi “scrive”, ossia chi si serve della scrittura per dare voce alla propria anima, sa quanto faticoso sia scrivere.

Il gesto manuale e creativo della scrittura, soprattutto se compiuto con l’ausilio di una penna stilografica, vede moltiplicato il proprio valore artistico in quanto lo sforzo di pensare viene sublimato dall’atto di fissare su carta artigianalmente le idee come accadeva un tempo quando non esistevano né macchine per scrivere né computer.

Scrivere con la penna stilografica ha un sapore arcaico che ci riporta idealmente a un’epoca lontana dove lo scrittore scriveva a mano, intingendo la penna nel calamaio,- senza contare i graffiti e i geroglifici impressi nella pietra dagli uomini primitivi o, in epoca più recente, dagli scalpellini su monumenti, obelischi e cattedrali – spesso in un scrittura quasi illeggibile che metteva a dura prova la vista e la pazienza di chi, in seguito, era preposto a trascrivere in bella copia l’intera opera -, sottoponendo a uno sforzo sovrumano la mano pur di gratificare con la realizzazione artistica le esigenze creative e comunicative della propria anima e di quella dell’artista.

Personalmente considero che scrivere con la penna stilografica sia l’essenza della scrittura; una piacevole fatica alla quale solo chi ama scrivere decide di sottoporsi masochisticamente per apprezzare fino e in fondo il piacere della scrittura. Un momento di intimità passionale tra lo scrittore e la propria anima!

About Post Author

vincenzo giarritiello

Nato a Napoli nel 1964, Vincenzo Giarritiello fin da ragazzo coltiva la passione per la scrittura. Nel 1997 pubblica L’ULTIMA NOTTE E ALTRI RACCONTI con Tommaso Marotta Editore; nel 2000 LA SCELTA con le Edizioni Tracce di Pescara. Nel 1999 la rivista letteraria L’IMMAGINAZIONE pubblica il suo racconto BARTLEBY LO SCRIVANO… EPILOGO, rivisitazione del famoso racconto di H. Melville. Dal 2002 al 2009 ha coordinato laboratori di scrittura creativa per ragazzi tra cui uno presso la sezione femminile dell’IPM di Nisida, esperienza che racconta nel libro LE MIE RAGAZZE – RAGAZZE ROM SCRIVONO edito nel 2019. Tra il 2017 e il 2020 ha ristampato L’ULTIMA NOTTE e pubblicato SIGNATURE RERUM (il sussurro della sibilla), RAGGIOLO, UNO SCORCIO DI PRADISO IN TERRA e la raccolta di racconto L’UOMO CHE REALIZZAVA I SOGNI. Nel 2020 ha pubblicato con le edizioni Helicon il romanzo IL RAGAZZO CHE DANZÒCON IL MARE. Nel 2021, sempre con le Edizioni Helicon, ha pubblicato il romanzo UN UOMO BUONO (mio padre malato di Alzheimer). Ha collaborato e collabora con diverse associazioni culturali (Magaris; Lux in fabula), con riviste cartacee e digitali tra cui IL BOLLETTINO FLEGREO, NAPOLI PIÙ, MEMO, GIORNALE WOLF, COMUNICARE SENZA FRONTIERE, QUICAMPIFLEGREI.IT. Nel 2005 ha aperto il blog LA VOCE DI KAYFA e nel 2017 LA VOCE DI KAYFA 2.0. Dal 2019 ha attivato il sito www.vincenzogiarritiello.it. Per la sua attività di scrittore e poeta in vernacolo ha ricevuto riconoscimenti letterari.
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