Nell’attesa che l’emergenza sanitaria passi e potremo finalmente tornare – si spera – alla vita di sempre, con un gruppo di amici ci ritroviamo in chat due volte a settimana per discutere di argomenti vari: ieri la discussione verteva sulla gelosia. Di seguito le mie considerazioni sul tema.
Quando in uno dei precedenti incontri parlammo di egoismo, tutti convenimmo che nella vita un po’ di sano egoismo è necessario per evitare di non cadere vittime di se stessi, dato che molte persone, troppe, hanno la tendenza ad approfittare degli altri.
Allo stesso modo penso che in un qualunque rapporto di coppia un pizzico di gelosia sia altrettanto indispensabile in quanto, anche in questo caso, il giusto dosaggio testimonia quanto una persona sia per noi importante.
Del resto perché una persona sentimentalmente già impegnata ceda alle lusinghe di terzi, non basta che questi la sottoponga a un corteggiamento insistente, ma occorre che a sua volta la persona corteggiata sia disponibile, seppure inconsciamente, a lasciarsi conquistare. E, se ciò avvenisse, significherebbe che la relazione in cui era impegnata non la soddisfaceva più, o era solo un diversivo per contrastare la noia e la solitudine della quotidianità in attesa di qualcosa di meglio.
Tuttavia questi ragionamenti non sfiorano minimamente la mente della persona gelosa. Per lei, così come per l’egoista, esiste solo se stessa e quindi, nel momento in cui avvia una relazione amorosa, identifica nell’altra persona un oggetto di sua esclusiva proprietà e guai a chi glielo tocca.
Nemmeno per un istante il geloso è sfiorato dal pensiero che la propria oppressione e possessività, anziché testimoniare l’amore che dice di nutrire verso l’altro, affermino l’assoluta mancanza di fiducia che egli nutre prima di tutto in se stesso; la propria inconscia insicurezza, per cui tende a legare l’altro a sé in una morsa sempre più stringente, così come un boa che stritola tra le spire la preda soffocandola per poi ingoiarla, affinché diventi un tutt’uno con sé.
Contrariamente a ciò che molte persone gelose dichiarano dopo aver aggredito, usato violenza o addirittura ucciso l’oggetto della loro insana passione, la gelosia non è affatto amore.
L’amore contempla il reciproco rispetto, la concessione all’altro/a dei propri spazi senza invaderli, condividerli sì; lasciargli assoluta libertà perché nemmeno per un attimo si è sfiorati dal pensiero che possa lasciarci o tradirci, sia perché in lui/lei riponiamo fiducia, sia perché a nostra volta con onestà ci adoperiamo a soddisfare ogni sua esigenze affinché nel proprio animo non si radichino il bisogno, l’insoddisfazione o la delusione che potrebbero indurlo/a nel tempo a colmare altrove quei vuoti causa delle nostre disattenzioni.
Precedentemente ho definito la gelosia una passione insana perché offusca la ragione di chi ne è preda, facendogli vedere l’inesistente o rendendolo addirittura vittima di chi sfrutta le sue insicurezze spingendolo con l’inganno a credere a ciò che non è, come accade nel dramma shakespeariano a Otello, vittima di Jago, che, roso dalla gelosia alimentata dal suo servo, uccide Desdemona convinto che lo tradisca.
Per quanto riguarda l’origine della gelosia, penso che debba ricercarsi o in una totale mancanza di fiducia in se stessi o in uno sfrenato egoismo tendente a identificare gli altri in meravigliosi gingilli di cui impossessarsi per poi esporli orgogliosamente in vetrina.
Certo, in riferimento a questa seconda opzione, non è errato sostenere che la persona amata equivale a un tesoro inestimabile da curare e proteggere a ogni costo. Ma non trattandosi di un oggetto, ciò comporta che avrà la propria vita da vivere che spesso non coincide esattamente con quella dell’altro/a. Per cui è giusto che, pur vivendo insieme, se non c’è la minima possibilità di condividere tutti gli interessi – se non se ne condividesse alcuno, lo stare insieme si ridurrebbe a un meschino ripiego alla solitudine con il rischio serio che nel tempo il rapporto degeneri irrimediabilmente – l’altro abbia il proprio spazio personale.
La realizzazione dell’altro/a, che per una persona veramente innamorata è motivo di gioia, per l’egoista diventa un antagonista di cui liberarsi a ogni costo. Per cui inizia a tarpare le ali all’amato/a, anziché aiutarlo/a spiccare il volo, per tenerlo sempre e solo con sé.
Chi ama davvero sprona l’altro/a ad adoperarsi per realizzare ciò che desidera, sostenendolo/a sia moralmente che materialmente. Chi è invece geloso/a fa di tutto, servendosi perfino della violenza, per frenarlo/a, senza pensare che in quel modo l’altro/a potrebbe iniziare a nutrire risentimento verso di lui/lei, fino a maturare la decisione di lasciarlo/a se la sua oppressione divenisse asfissiante. E, se non avesse la forza e il coraggio di andare via, potrebbe cadere in depressione, giungendo a compiere qualche gesto estremo pur di liberarsi per sempre da quella morsa asfissiante.
È inutile girarci attorno, la gelosia è una patologia psichica. La cosa più preoccupante è che essa è latente nell’individuo, avendo bisogno di tempo per alimentarsi per poi manifestarsi in tutto il suo potere distruttivo. Diversamente non si spiegherebbe perché molti scoprono di avere accanto un geloso della peggior specie solo dopo un po’ che stanno insieme.
La gelosia è un morbo che non solo uccide l’amore ma spesso anche le persone, come purtroppo testimoniano tanti femminicidi. Tuttavia questa peculiarità criminale di genere non significa che gli uomini siano molto più gelosi delle donne. Molto più probabilmente indica che le donne hanno un modo diverso di reagire, più subdolo; magari tendono a castrare psicologicamente colui verso cui nutrono questo sentimento.
Nono dimentichiamo che per natura l’uomo è portato a esternare le proprie emozioni, come testimonia l’erezione evidente sintomo dell’eccitazione maschile. Diversamente la donna tende a interiorizzarle – non a soffocarle, il che è diverso – molte emozioni, giungendo perfino a mistificarle come nel caso del desiderio d’amore o dell’orgasmo. Quindi non possiamo escludere che la donna non estremizzi la propria gelosia mediante strategie diverse, difficili per un uomo da immaginare e comprendere perché ne minano l’inconscio.
Chi giustifica la propria gelosia con la classica frase, “sono geloso perché ti amo”, se da un lato asserisse il vero, dall’altro sta probabilmente affermando la propria insicurezza in se stesso e nell’altro. Se in amore non c’è reciproca fiducia e disponibilità, non si può certamente parlare di amore ma di infatuazione: chi alimenta in noi la passione assume i contorni di un oggetto da possedere a ogni costo, a prescindere se a sua volta ci voglia o no! Se ci rifiutasse, la nostra mente malata può arrivare a farci decidere di sopprimerlo/a per evitare che qualcun altro/a gioisca delle sua presenza e delle sue tenere e appassionate attenzioni.
La gelosia è uno dei tanti mostri che albergano nell’animo umano. Prendiamone consapevolezza e cerchiamo di dominarla invece d’esserne dominati prima che sia troppo tardi!
È sicuramente un argomento ricco di sfaccettature, spesso dietro a questa parola si sono consumate delle atroci tragedie. Personalmente penso che un po’ non guasta, almeno quella “sana”, il problema sono gli eccessi, che inevitabilmente sfociano nella violenza. Ma è così vasto il tema che ci sarebbe tanto da dire…
Comunque ti faccio i complimenti Vincenzo per i tuoi articoli, che trovo sempre interessanti e di spessore.
Ti ringrazio per la stima.