Si dice che la poesia sia poco seguita, eppure chiunque ieri sera fosse passato per la Darsena di Pozzuoli si sarebbe imbattuto in una folla di gente radunata nei pressi de Il Gozzetto per assistere alla presentazione del libro di poesie SASSI SULLA RIVA di Vincenza Di Francia, infermiera pediatrica con la passione per la poesia.
La serata, che rientrava nella manifestazione POZZUOLI CITTÀ CHE LEGGE, organizzata da Angela Giustino con il patrocinio del Comune di Pozzuoli, il cui fine è dare spazio alla lettura ad alta voce, si è avvalsa della presenza in qualità di relatrice della poeta/scrittrice Angela Schiavone la quale, sia nel suo intervento introduttivo che nei successivi, oltre a mettere in risalto la forza espressiva delle poesie della Di Francia che traggono spunto dall’attualità – una parla dei bambini vittime della guerra in Siria, un’altra racconta la disperata ricerca della propria identità di genere rispetto alla propria natura biologica -, ha evidenziato che l’emotività dei versi non perde né forza né pathos quando dall’italiano la poetessa passa a scrivere in napoletano. In quest’ultimo caso particolarmente toccante la lettura affidata ad Angela Cicala di “Fiorella” dove si dà voce all’io di un ragazzo che si sente donna nell’anima il quale, per sopravvivere alle ipocrisie e alle cattiverie della società, è costretto a prostituirsi con il nome di Fiorella perché nella gelide carezze dei clienti trova il calore dell’amore a lui per sempre negato.
Oltre all’intensità dei versi, degnamente declamati da quanti si sono alternati al leggio – E. Buono, A. Cicala, E. D’Anna, G. Saccardi – e alla acutezza critica della Schiavone che ha spiegato in maniera semplice e chiara la natura delle poesie, la loro struttura linguistica frutto della capacità dell’artista di saper dosare sapientemente tra di loro le parole al pari di un musicista che compone un brano musicale, un plauso va ai chitarristi F. Barletta e R. Cimmino che con il loro accompagnamento di sottofondo hanno reso ulteriormente magica l’atmosfera già di per sé pregna di sensazioni marine, soprattutto quando nel finale hanno intonato un brano di Ennio Morricone.
La riuscita dell’evento, sancita dalla presenza di un nutrito pubblico, è la conferma che portare la cultura in strada non è affatto un azzardo, bensì un modo intelligente affinché la gente vi si avvicini e l’apprezzi senza distinzioni di età e appartenenza sociale, lasciando che nel proprio animo penetri il messaggio dell’artista che, al pari di un seme caduto nella terra, lentamente germogli aiutandolo a crescere come individuo, cosa che ha messo in risalto la Schiavone nel suo intervento conclusivo.
Rispetto alla prosa che può essere paragonata a un film in quanto richiede da parte dello scrittore un lungo lavoro di stesura e revisione con tagli continui, la poesia, proprio perché frutto di un istante emotivo di cui è preda il poeta, tramutandolo subito in versi per non perderne l’essenza emozionale, può essere paragonata alla fotografia che, per quanto possa essere ritoccata, non perderà mai l’impulso emotivo che la partorì.
Siamo grati a Vincenza Di Francia per aver voluto sfogliare pubblicamente il proprio “album fotografico”. Altrettanto lo siamo ad Angela Giustino per averlo reso possibile e ad Angela Schiavone per averci traghettati nella poesia della Di Francia senza che perdessimo la rotta. Così come siamo grati a quanti hanno letto in maniera intensa le poesie, rendendo loro il giusto merito.