Dopo la chiusura forzata per oltre un anno causa Covid, ad aprile i cinema e i teatri hanno nuovamente riaperto dimezzando la capienza e rispettando le norme di sicurezza sanitaria. Inoltre dal 6 agosto, per accedervi, è necessario il green pass.
Da lunedì 11 ottobre la loro capienza tornerà a essere del 100%, mentre quella degli stadi passerà al 75%. Riapriranno anche le discoteche al 50%. Un passo notevole verso la tanto agognata “normalità”, seppure dovremo continuare ad attenerci scupolosamente alle norme di sicurezza.
In contrapposizione con quanto avverrà da domani in tutta Italia, a Pozzuoli, quinta città della Campania per numero di abitanti, il cinema Sofia, l’unico della città e dell’intera area Flegrea tra Bacoli e Pozzuoli, se si esclude il Drive In, continuerà a restare chiuso.
Quali siano le cause di questa prolungata serrata non è dato saperlo. Né vogliamo dare credito alle voci insistenti secondo cui non riaprirà più. Tuttavia, facendo una ricerca su internet, digitando nella barra di ricerca “cinema Sofia”, sulla pagine di Google appare un box in cui se ne annuncia la chiusura definitiva.
Trattandosi di uno spazio modificabile da chiunque abbia un account Google, speriamo si tratti solo di una forzatura priva di fondamento.
Ricordiamo con nostalgia l’entusiasmo che suscitò in città l’inaugurazione della sala dedicata a Sofia Loren: era il 20 settembre del 1997, giorno del 63° compleanno della diva che giunse apposta a Pozzuoli, città d’origine della madre e dove lei e la sorella trascorsero l’infanzia e la gioventù, per tagliare il nastro.
Prima di allora Pozzuoli aveva avuto diversi cinema, tutti chiusi per ovvi motivi di sicurezza tra gli anni settanta e la metà degli anni ottanta per via del bradisismo.
Speriamo che al giustificato entusiasmo delle autorità comunali per l’apertura del nuovo percorso archeologico del Rione Terra si associ il loro interesse affinché Pozzuoli torni ad avere un proprio cinema come si conviene a qualunque città o centro abitato, piccolo o grande che sia.
L’eventuale chiusura del Sofia non sarebbe solo uno schiaffo all’intera cittadinanza, in particolare agli adolescenti e ai giovani, che si vedrebbe costretta a spostarsi verso Napoli per godere di uno dei maggiori strumenti culturali e di svago del nostro tempo, e alla diva cui è dedicato la quale non ha mai nascosto il proprio amore per la città. Prima di tutto lo sarebbe, e purtroppo già lo è, per il personale del cinema che con la sua chiusura va ad incrementare il numero di disoccupati e di famiglie in crisi che caratterizzano questo disastrato paese.
La serrata del Sofia rappresenta un dramma sociale e culturale. È compito delle autorità fronteggiarlo!