Io gli angeli li ho visti davvero.
Mentre aspettavo all’uscita della stazione centrale mio figlio che rientrava da Milano, tra le luci dei lampioni che rischiaravano le tenebre, li ho visti attraversare la strada e dirigersi verso i tanti disperati che dalla mattina alla sera vi soggiornano nell’atrio e nei dintorni chiedendo l’elemosina o offrire se stessi in cambio di qualche spicciolo per comprarsi un caffè, un panino o una dose per farsi.
Gli angeli sono arrivati in gruppo di cinque/sei persone, ragazzi e ragazze. Non avevano candide ali alle spalle ma indossavano gilet gialli. Chi di loro portava un termos con il thè caldo, chi delle coperte, chi delle buste con dentro da mangiare.
Per nulla intimoriti da quella fauna di disperati, le andavano incontro con il sorriso sulle labbra offrendo ciò che avevano con sé per lenirne le sofferenze di un’esistenza che definire “fatta di stenti” è un eufemismo.
Sorridenti, gli angeli, si facevano incontro a drogati, extracomunitari, prostitute, travestiti, barboni e per ognuno di loro avevano un gesto e una parola di conforto facendoli sentire, anche solo per un attimo, esseri umani degni di attenzione.
Con lo sguardo li ho seguito a lungo gli angeli. Nelle loro caritatevoli movenze non ho intravisto il minimo barlume di ipocrisia. Quanto facevano e dicevano verso quella corte dei miracoli sortiva dal cuore. A testimoniarlo i sorrisi e i ringraziamenti delle donne e degli uomini cui si rivolgevano.
Io gli angeli li ho visti davvero, erano esseri umani che non avevano alcun timore di mostrarsi tali.
Erano semplicemente uomini e donne come me, come voi, come noi.
Erano gli angeli della notte!