La pista ciclo-pedonale che da San Piero in Frassino, frazione di Oritgnano-Raggiolo in provincia di Arezzo, arriva fino al Corsalone/AR è una flessuosa lama di terra che taglia delicatamente per oltre 10 km la foresta e la campagna casentinese senza sfregiarle, seguendo parallelamente il corso dell’Arno.
Dipanandosi tra campi di grano, ampie distese di girasoli e coltivazioni varie difese da recinzioni elettrificate a basso voltaggio per dissuadere gli animali dall’entrarvi e rovinare il raccolto, il percorso è adatto non solo a chi ama fare sport ma anche a chi identifica nella passeggiata, a piedi o in bicicletta, uno veicolo di riflessione interiore.
La ricca vegetazione che avvolge la strada alimenta cunicoli di foglie e rami a tutela dell’intimità dell’escursionista la cui mente, man mano che si inoltra sul sentiero, si riscopre sempre più in simbiosi con la Natura considerata da San Francesco sposa di Dio.
Pertanto anche questo cammino possiede valenza spirituale, seppure frutto dall’ingegneria umana al fine di appagare la passione di chi ama camminare nella natura invece di condurre in un luogo sacro.
Ma cosa v’è di più sacro della Natura? …
L’allegro fluire del fiume, diffondendosi tra gli alberi, ricorda la rassicurante voce di un amico che ci accompagna incontro alla meta.
Il volo di un ibis dalle candide piume dà l’impressione di un angelo che vola felice nel paradiso terrestre. Osservandolo volteggiare tra le cime degli alberi rischiarate dal sole risplendente sull’acqua, viene naturale chiedersi perché l’uomo debba violentare la natura anziché rispettarla vivendoci in simbiosi?
È in momenti come questo che ci è concesso di scoprire la nostra reale essenza; di comprendere che siamo parte integrante della Natura e che, distruggendola, distruggiamo noi stessi.
A testimonianza di questo triste presagio le tracce lasciate sul terreno dagli animali selvatici che, al calare delle tenebre, solcano il sentiero non infastiditi dalla presenza dell’uomo.
Quelle orme sono ectoplasmi di fantasmi in carne e ossa che per tutelare se stessi e i propri cuccioli, nel buio trovano la propria sicurezza e pace al riparo dall’unico predatore che uccide per divertimento, l’uomo!
Questa lunga lingua di terra, che come un serpente si snoda tra foreste e campi, mentre la percorriamo, ha il potere di risvegliare la coscienza; di farci riscoprire la nostra subalternità alla Natura; di indicarci la strada per una vita migliore.
Questa lunga lingua di terra, mentre la percorriamo, ha la forza di farci riscoprire noi stessi.