Alzheimer, una tragedia senza soluzioni con tante pecche delle istituzioni

“Quando tempo è passato dallo svolgersi di quei fatti?”. “Non meno di dodici/tredici anni” ho risposto. A quel punto ha assunto un’aria sconsolata e ha detto, “Non immagini quante storie come la tua mi vengono raccontate. E ti assicuro che, nonostante siano trascorsi tutti questi anni da quando è finito tuo padre, non è cambiato assolutamente nulla. Le vostre stesse difficoltà - i problemi con le badanti, le beghe burocratiche, la malasanità - sono rimaste le stesse. È come se il tempo si fosse fermato alla data in cui tuo padre finì!”
0 0
Read Time:2 Minute, 21 Second

Questa mattina, mentre ero dal giornalaio, ho incontrato un amico sacerdote che non vedevo da tempo al quale feci omaggio di UN UOMO BUONO, il libro in cui ho raccontato la tragedia che vivemmo quando papà si ammalò di Alzheimer. Tralasciando gli apprezzamenti sul libro, mi ha stupito la sua domanda “Quanto tempo è passato dallo svolgersi di quei fatti?”. “Non meno di dodici/tredici anni” ho risposto. A quel punto ha assunto un’aria sconsolata e ha detto, “Non immagini quante storie come la tua mi vengono raccontate. E ti assicuro che, nonostante siano trascorsi tutti questi anni da quando è finito tuo padre, non è cambiato assolutamente nulla. Le vostre difficoltà – i problemi con le badanti, le beghe burocratiche, la malasanità, le pecche assistenziali – sono le stesse anche per gli altri. È come se il tempo si fosse fermato alla data in cui lui finì!”.

La motivazione che mi spinse a scrivere il libro fu il bisogno di purgarmi dalle scorie lasciate dentro di me dal dolore di quegli eventi. Tuttavia ero consapevole che il libro non era solo una sorta di racconto per rendere omaggio a papà, ma una denuncia sociale di un dramma che, come ho avuto purtroppo modo di appurare nel corso degli anni confrontandomi con quanti hanno avuto o hanno la sventura di vivere simili tragedie, ripropone in fotocopia le stesse problematiche.

L’idea che tuttora le famiglie degli ammalati di Alzheimer, e di tanti ammalati bisognosi di assistenza ventiquattrore su ventiquattro, si sentano completamente abbandonate dalle istituzioni, non avendo alcun sostegno dallo Stato, rivivendo le stesse drammatiche e paradossali esperienze che vivemmo noi all’epoca con papà, mi manda in bestia. Ho sempre pensato che uno Stato che si rispetti debba preoccuparsi di sostenere con leggi adeguate e azioni concrete tutte quelle famiglie costrette ad affrontare simili tragedie. Ogni volta che riascolto in maniera trita e ritrita situazioni che ben conosco, ho la sensazione che i politici, in maniera del tutto trasversale, di queste tragedie se ne infischino – non escludo che qualcuno che se ne preoccupi per davvero non esista… – in quanto avvengono nell’intimità della mura familiari, quindi lontane dal clamore mediatico e restando ignote alla massa. Di conseguenza, non suscitando l’interesse e la sensibilità dell’opinione pubblica, non interessano alla classe politica che ama invece nutrirsi delle grandi tragedie quali alluvioni, terremoti, frane ché fanno audience e garantiscono loro visibilità attraverso una passarella sui luoghi del disastro orchestrata a regola d’arte dai loro staff con la complicità dei media.    

Di libri, inchieste giornalistiche e film sull’Alzheimer e su tante altre simili tragedie ne esistono un’infinità, anche di autori di notevole spessore. Se nonostante ciò, a distanza di anni, i problemi continuano a essere gli stessi il dubbio che la questione non interessa a nessuno ti coglie!  

About Post Author

vincenzo giarritiello

Nato a Napoli nel 1964, Vincenzo Giarritiello fin da ragazzo coltiva la passione per la scrittura. Nel 1997 pubblica L’ULTIMA NOTTE E ALTRI RACCONTI con Tommaso Marotta Editore; nel 2000 LA SCELTA con le Edizioni Tracce di Pescara. Nel 1999 la rivista letteraria L’IMMAGINAZIONE pubblica il suo racconto BARTLEBY LO SCRIVANO… EPILOGO, rivisitazione del famoso racconto di H. Melville. Dal 2002 al 2009 ha coordinato laboratori di scrittura creativa per ragazzi tra cui uno presso la sezione femminile dell’IPM di Nisida, esperienza che racconta nel libro LE MIE RAGAZZE – RAGAZZE ROM SCRIVONO edito nel 2019. Tra il 2017 e il 2020 ha ristampato L’ULTIMA NOTTE e pubblicato SIGNATURE RERUM (il sussurro della sibilla), RAGGIOLO, UNO SCORCIO DI PRADISO IN TERRA e la raccolta di racconto L’UOMO CHE REALIZZAVA I SOGNI. Nel 2020 ha pubblicato con le edizioni Helicon il romanzo IL RAGAZZO CHE DANZÒCON IL MARE. Nel 2021, sempre con le Edizioni Helicon, ha pubblicato il romanzo UN UOMO BUONO (mio padre malato di Alzheimer). Ha collaborato e collabora con diverse associazioni culturali (Magaris; Lux in fabula), con riviste cartacee e digitali tra cui IL BOLLETTINO FLEGREO, NAPOLI PIÙ, MEMO, GIORNALE WOLF, COMUNICARE SENZA FRONTIERE, QUICAMPIFLEGREI.IT. Nel 2005 ha aperto il blog LA VOCE DI KAYFA e nel 2017 LA VOCE DI KAYFA 2.0. Dal 2019 ha attivato il sito www.vincenzogiarritiello.it. Per la sua attività di scrittore e poeta in vernacolo ha ricevuto riconoscimenti letterari.
Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *