Alzheimer, una tragedia senza soluzioni con tante pecche delle istituzioni

“Quando tempo è passato dallo svolgersi di quei fatti?”. “Non meno di dodici/tredici anni” ho risposto. A quel punto ha assunto un’aria sconsolata e ha detto, “Non immagini quante storie come la tua mi vengono raccontate. E ti assicuro che, nonostante siano trascorsi tutti questi anni da quando è finito tuo padre, non è cambiato assolutamente nulla. Le vostre stesse difficoltà – i problemi con le badanti, le beghe burocratiche, la malasanità – sono rimaste le stesse. È come se il tempo si fosse fermato alla data in cui tuo padre finì!”

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“UN UOMO BUONO” E’ TRA I VINCITORI DELLA 47° EDIZIONE DEL PREMIO LETTERARIO CASENTINO!

Tuttavia se poche ore prima del rientro ti viene comunicato che il romanzo in cui hai raccontato il dramma che tu e la tua famiglia viste nell’accudire tuo padre malato di Alzheimer – UN UOMO BUONO – MIO PADRE MALATO DI ALZHEIMER – è tra i vincitori di un prestigioso premio letterario, la malinconia e la rabbia scompaiono d’incanto, lasciando spazio alla soddisfazione ché il tuo lavoro di artista è meritevole di riconoscimenti.

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Raggiolo, presentazione di UN UOMO BUONO

Dopo averlo presentato giovedì 5 agosto a IL PRATELLO di Poppi/Ar (video), lunedì 9 agosto a Raggiolo/Ar, in località La Bastia, si è presentato UN UOMO BUONO (mio padre ammalato di Alzheimer) Edizioni Helicon in cui racconto il dramma che vivemmo con papà ammalato di Alzheimer.; relatrice la professoressa Cristiana Vettori. Di seguito il video […]

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UN UOMO BUONO (mio padre malato di Alzheimer)

Oltre a quello con le pizze, a ricordarmi il calore familiare c’è un altro cartoccio che papà spesso aveva con sé quando la domenica rientrava a casa dalle sue passeggiate per il centro storico o dal lavoro se c’era dello straordinario da sbrigare. Mi riferisco a quello dei dolci che comprava in pasticceria lungo la strada prima di rincasare. A quei tempi la domenica era davvero un giorno di festa con una propria sacralità che tutti rispettavano, compresi i commercianti che si guardavano bene dall’alzare le saracinesche anche in quell’occasione.

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