ITALIANI E IL “BUON SENSO DI STA MINCHIA”.

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Ogni qualvolta ascolto il Presidente Del Consiglio Giuseppe Conte confidare nel “buon senso degli italiani” per contenere il diffondersi del covid 19, mi coglie un misto di rabbia e ilarità nervosa.

Se oggi ci troviamo in una situazione sempre più drammatica, al di là delle evidenti falle nel sistema organizzativo locale e nazionale per contenere la diffusione del virus – lasciarsi sorprendere dalla prima ondata ci sta, dalla seconda francamente no!, lo dico da cittadino che crede nelle istituzioni -, è inutile negare che la diffusione del virus ha trovato e trova le porte spalancate anche per via di un atteggiamento a dir poco irresponsabile di una buona fetta di connazionali i quali credono che il covid sia una balla creata ad arte dai poteri occulti per renderci sempre di più loro schiavi; oppure poco più di un’influenza che si può tranquillamente curare standosene a casa imbottendosi di antibiotici e tachipirina.

Costoro per giustificare le proprie astruse teorie negazioniste, complottiste e altro, trovano sostegno in medici e scienziati per i quali da fine maggio il virus era praticamente morto, o che in estate avrebbe perso la propria carica virale.

Senza contare una parte della politica che prima organizza nella biblioteca del Senato un convegno negazionista cui partecipano “illustri virologi” quali il tenore Andrea Bocelli e il critico d’arte Vittorio Sgarbi, rifiutandosi di indossare la mascherina malgrado una legge dello Stato glielo imponesse. E poi, quando scoppia la seconda ondata, si rivolge candidamente al Governo chiedendogli ironicamente cosa abbia fatto per evitarla.

Politici che, da quando l’epidemia è scoppiata in Italia, a corrente alternata un giorno chiedevano di chiudere tutto, il giorno dopo di riaprire tutto.

Seminando con questa loro dicotomia confusione nell’opinione pubblica, ma anche alimentando la convinzione in quanti non ci stavano a indossare la mascherina né a sottostare alle restrizioni della mobilità, che fosse in atto da parte del governo una sorta di “dittatura sanitaria” per non perdere il potere.

Gli scontri dell’altra notte a Napoli durante il flash mob organizzato sotto Palazzo Santa Lucia per protestare contro l’ordinanza del Presidente De Luca che impone il coprifuoco nella regione dalle 23 alle 5 del mattino, stando alle indagini, sarebbero opera di infiltrati della camorra e delle frange estreme della politica che nulla hanno a che vedere con i commercianti e i giovani napoletani che si erano dati appuntamento per una protesta civile.

È vero, ci sono diverse sbavature nelle risoluzioni messe a punto dallo Stato per arginare il virus – fallimento del contact tracing, mancanza di medici e infermieri negli ospedali, attese infinite per fare un tampone, mezzi pubblici affollati per citarne alcune – ma questo certo non giustifica l’atteggiamento di arroganza e superficialità che tanti mostrano verso il problema.

Ci siamo forse dimenticati delle resse in discoteca della scorsa estate?

Se chi doveva garantire che le norme di sicurezza fossero rispettate ha clamorosamente fallito, era proprio indispensabile stiparsi in luoghi sovraffollati come se nulla fosse?…

Con queste evidenti prospettive con cui il buon senso va a farsi benedire, sentire il Presidente del Consiglio e altre autorità confidare nel buon senso dei cittadini, fa sorgere spontaneamente dall’anima “il buon senso di sta minchia!”.

About Post Author

vincenzo giarritiello

Nato a Napoli nel 1964, Vincenzo Giarritiello fin da ragazzo coltiva la passione per la scrittura. Nel 1997 pubblica L’ULTIMA NOTTE E ALTRI RACCONTI con Tommaso Marotta Editore; nel 2000 LA SCELTA con le Edizioni Tracce di Pescara. Nel 1999 la rivista letteraria L’IMMAGINAZIONE pubblica il suo racconto BARTLEBY LO SCRIVANO… EPILOGO, rivisitazione del famoso racconto di H. Melville. Dal 2002 al 2009 ha coordinato laboratori di scrittura creativa per ragazzi tra cui uno presso la sezione femminile dell’IPM di Nisida, esperienza che racconta nel libro LE MIE RAGAZZE – RAGAZZE ROM SCRIVONO edito nel 2019. Tra il 2017 e il 2020 ha ristampato L’ULTIMA NOTTE e pubblicato SIGNATURE RERUM (il sussurro della sibilla), RAGGIOLO, UNO SCORCIO DI PRADISO IN TERRA e la raccolta di racconto L’UOMO CHE REALIZZAVA I SOGNI. Nel 2020 ha pubblicato con le edizioni Helicon il romanzo IL RAGAZZO CHE DANZÒCON IL MARE. Nel 2021, sempre con le Edizioni Helicon, ha pubblicato il romanzo UN UOMO BUONO (mio padre malato di Alzheimer). Ha collaborato e collabora con diverse associazioni culturali (Magaris; Lux in fabula), con riviste cartacee e digitali tra cui IL BOLLETTINO FLEGREO, NAPOLI PIÙ, MEMO, GIORNALE WOLF, COMUNICARE SENZA FRONTIERE, QUICAMPIFLEGREI.IT. Nel 2005 ha aperto il blog LA VOCE DI KAYFA e nel 2017 LA VOCE DI KAYFA 2.0. Dal 2019 ha attivato il sito www.vincenzogiarritiello.it. Per la sua attività di scrittore e poeta in vernacolo ha ricevuto riconoscimenti letterari.
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