“Lockdown o no lockdown, questo è il problema”, verrebbe da dire parafrasando Shakespeare, che in queste ore assilla il governo italiano.
Ancora una volta, alla riapertura dei negozi, dei bar e dei ristoranti in tutte quelle regioni passate in zona gialla, l’affluenza di gente per le vie dello shopping o assiepate davanti ai locali, ha fatto scattare l’allarme, facendo temere un nuovo incremento dei contagi a seguito degli assembramenti.
Tale rischio, supportato dall’azione della cancelliera Merkel che, con meno morti al giorno e con un sistema sanitario sicuramente meglio messo del nostro, porrà in lockdown l’intera Germania a partire da domani fino al 10 gennaio 2021, pare aver smosso le coscienze dei nostri governanti, spingendoli a prendere in seria considerazione l’eventualità di attuare a loro volta una scelta del genere per evitare assembramenti tra natale e capodanno cui seguirebbe, agli inizi di gennaio, un incremento esponenziale di contagi e decessi.
Come spesso accade in questo paese eternamente diviso tra guelfi e ghibellini, una parte della politica, in primis l’opposizione ma anche alcune frange della maggioranza, sarebbe schierata per l’apertura incondizionata al fine di rimettere in moto l’economia. Un’altra sarebbe invece orientata a dare ascolto agli appelli del CTS – comitato tecnico scientifico – che auspica un lockdown generale per evitare il peggio agli inizi del nuovo anno, quando, in pieno inverno, il virus troverebbe terreno fertile per mietere vittime come accadde tra febbraio e marzo di quest’anno.
Ancora una volta, dispiace dirlo, il governo ha commesso l’errore, e continua a commetterlo, di confidare nel buonsenso degli italiani. Possibile che gli assembramenti e le resse di quest’estate nelle discoteche e davanti ai locali della movida, poi rivelatisi focolai di contagi da cui è partita la seconda ondata dell’epidemia nel nostro paese, a Conte e c. non abbiano insegnato quanto superficiali siano molti nostri connazionali?
È vero che, così come allora il governo commise la leggerezza – vogliamo chiamarla così? – di emettere buoni vacanza per aiutare il settore del turismo, incentivando le vacanze, oggi, consentendo la possibilità a chi paga con le carte di credito di vedersi rimborsato fino a 150 € sulle spese effettuate, è come se tacitamente avesse motivato la gente ad andare per le vie dello shopping.
Ma questo non giustifica le resse davanti ai negozi, ai bar e ai ristoranti. Alla fine torna sempre la stessa domanda che dall’estate scorsa assilla in tanti: chi dovrebbe vigilare affinché non si creino assembramenti dove è? Cosa fa?
Se una buona parte degli italiani segue alla lettera gli appelli alla prevenzione indossando le mascherine, praticando il distanziamento sociale e lavandosi spesso le mani, un’altra fetta continua a comportarsi invece come se il virus non esistesse o fosse poco più di una “semplice influenza”, le cui conseguenze riguardano per lo più gli anziani, seppure l’età di mortalità si è notevolmente abbassata tanto che oggi anche un trentenne rischia grosso se viene colto dal virus.
Per questa seconda fetta di italiani, dispiace dirlo, occorre la badante a tempo pieno!
Nessuno mette in discussione che salvaguardare l’economia non sia fondamentale per il bene del paese, ma possibile che in tanti non capiscano che per farlo non basta solo andare in giro a spendere per negozi, bensì applicare un minimo di attenzione a come ci si muove?
E che dire di quanto è accaduto a Cervinia dove, per nascondere la coda di gente in fila davanti agli impianti sciistici, i quali dovrebbero riaprire solo a gennaio, qualcuno ha pensato bene di oscurare le telecamere di sicurezza puntate sugli sciatori in partenza?
Oramai è chiaro che per molti gli incassi valgono più della salvaguardia della salute umana.
Possibile non si capisca che, dopo un natale e capodanno all’insegna della normalità, l’epidemia raggiungerebbe livelli incontrollabili, obbligando tutti noi a restare chiusi in casa almeno fino agli inizi di maggio?
I sacrifici non piacciono a nessuno. Ma, almeno fino a quando non partirà la campagna di vaccinazione, sono loro l’unico strumento in grado di immunizzarci dal virus, altri non ne esistono!