CIAO, SIGNOR FELICE

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La telefonata, di quelle che non vorresti ricevere mai, arrivò a fine giugno di quest’anno. Era Alessio Bandinelli, il mio amico enologo di Raggiolo: “Enzo purtroppo devo darti una triste notizia”.

 In quell’attimo capii subito cosa stava per riferirmi, non lo lasciai continuare:

 “Nonno Felice!?”, mormorai.

“Sì” rispose senza aggiungere altro.

“Quando è successo?”

“Pochi giorni fa”

“Ha smesso di soffrire!” dissi con convinzione.

“Sì, è vero…”

Felice Ristori era nato 93 anni fa. Sposato con Maria Minocchi da cui aveva avuto Lena, l’unica figlia, madre di Alessio; rimasto vedevo circa vent’anni fa, pur vivendo a Firenze, era sempre rimasto legato a Raggiolo, suo paese di origine, dove, non appena le stagioni iniziavano a farsi miti, si trasferiva per raggiungere la famiglia di Alessio al quale lo univa un legame indissolubile che era molto di più del “semplice” rapporto tra nonno e nipote: chi avesse avuto la fortuna di vederli discutere o camminare insieme avrebbe giurato che quell’uomo anziano dall’aria gioviale e quel giovane alto e robusto fossero amici veri. Negli ultimi due anni a rafforzare la sua voglia di ritornare a Raggiolo era sopraggiunta la nascita di Guido, il figlio di Alessio e Susi, con cui Felice faceva lunghe chiacchierate sotto lo sguardo incantato del bambino.

Personalmente del “signor Felice”, come lo chiamavo amabilmente suscitandone l’ironia – “il signore glie sta ‘n celo, chiamami Felice e basta!” mi rimbrottava sorridendo – ho un ricordo simpaticissimo che parte da quando, più di vent’anni fa, iniziammo a venire a Raggiolo per trascorrere le vacanze nel casolare acquistato da mio suocero, il maestro Osvaldo Petricciuolo, per allestirvi una casa d’arte/museo.

Come mia abitudine, la mattina mi svegliavo presto per correre lungo la strada che da Raggiolo scende a Ortignano. Mentre partivo, quasi sempre mi capitava di incrociare il signor Felice, il cestino in una mano il bastone nell’altra, mentre rientrava dalla sua uscita mattutina alla ricerca di funghi. Inizialmente ci salutavamo con un cordiale “buongiorno”. Ma poi, abitando sulla stessa via, dovendo passare davanti casa sua per rientrare, spesso lo incrociavo seduto sul gradino di casa che si riposava, oppure affacciato al balconcino o al tavolo da lavoro nella cantinola dove era sempre occupato a sistemare qualcosa:

“A Raggiolo si lavora sempre!” diceva quando, passando, mi fermavo a salutarlo.  

All’epoca Alessio era poco più che un ragazzino e mai avrei immaginato che anni dopo tra di noi si sarebbe cementata un’amicizia sincera.

La figura minuta e allegra del signor Felice diede spunto a uno dei personaggi che animano NOTTE MAGICA il mio primo racconto ambientato a Raggiolo. E fu grazie a lui che alcuni anni fa riuscimmo a sbloccare le ante dell’armadio di casa la cui serratura si era bloccata. Dopo svariati tentativi infruttuosi, su suggerimento di mia moglie, salii da lui per chiedergli come potevamo fare.

“Ora vengo io”, rispose. Prese gli arnesi e ci raggiunse.

Quando capì che la serratura era irrimediabilmente bloccata, mi disse:

“L’unica cosa da fare per un romperla è svitare il pannello posteriore dell’armadio. Io però so’ vecchio, un ce la fo. Ti dico come fare e te esegui!”

Lentamente, sotto il suo sguardo vigile, svitai una dopo l’altra le viti dal pannello, svuotai l’armadio e riuscii ad aprirlo, stando attento a non forzare la serratura seguendo le sue indicazioni.

Di quell’uomo anziano, dal cuore affaticato, che negli ultimi tempi era incavolato con il mondo perché “ste gambe un me reggono più, un posso andare da nessuna parte, che ci campo a fa’?” mi accompagnerà per sempre il ricordo del suo sorriso luminoso e del suo sguardo sincero, sincero come l’aria che si respira a Raggiolo.

Ciao “signor Felice!”

About Post Author

vincenzo giarritiello

Nato a Napoli nel 1964, Vincenzo Giarritiello fin da ragazzo coltiva la passione per la scrittura. Nel 1997 pubblica L’ULTIMA NOTTE E ALTRI RACCONTI con Tommaso Marotta Editore; nel 2000 LA SCELTA con le Edizioni Tracce di Pescara. Nel 1999 la rivista letteraria L’IMMAGINAZIONE pubblica il suo racconto BARTLEBY LO SCRIVANO… EPILOGO, rivisitazione del famoso racconto di H. Melville. Dal 2002 al 2009 ha coordinato laboratori di scrittura creativa per ragazzi tra cui uno presso la sezione femminile dell’IPM di Nisida, esperienza che racconta nel libro LE MIE RAGAZZE – RAGAZZE ROM SCRIVONO edito nel 2019. Tra il 2017 e il 2020 ha ristampato L’ULTIMA NOTTE e pubblicato SIGNATURE RERUM (il sussurro della sibilla), RAGGIOLO, UNO SCORCIO DI PRADISO IN TERRA e la raccolta di racconto L’UOMO CHE REALIZZAVA I SOGNI. Nel 2020 ha pubblicato con le edizioni Helicon il romanzo IL RAGAZZO CHE DANZÒCON IL MARE. Nel 2021, sempre con le Edizioni Helicon, ha pubblicato il romanzo UN UOMO BUONO (mio padre malato di Alzheimer). Ha collaborato e collabora con diverse associazioni culturali (Magaris; Lux in fabula), con riviste cartacee e digitali tra cui IL BOLLETTINO FLEGREO, NAPOLI PIÙ, MEMO, GIORNALE WOLF, COMUNICARE SENZA FRONTIERE, QUICAMPIFLEGREI.IT. Nel 2005 ha aperto il blog LA VOCE DI KAYFA e nel 2017 LA VOCE DI KAYFA 2.0. Dal 2019 ha attivato il sito www.vincenzogiarritiello.it. Per la sua attività di scrittore e poeta in vernacolo ha ricevuto riconoscimenti letterari.
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