Intervistato ieri sera da Fabio Fazio a “Che Tempo Che fa?”, il Ministro della Sanità Roberto Speranza, anticipando alcuni dei provvedimenti anti covid previsti nel nuovo DPCM che dovrebbe essere varato questa sera, ha rivelato che tra le norme al vaglio si prevede il divieto agli sport di contatto – leggi calcetto – e una stretta sulle feste private, giustificandola col fatto che “non ha senso tenere i bambini e i ragazzi distanziati in aula se poi si ritrovano senza alcuna misura preventiva a una festa!”.
A quel punto il conduttore gli ha obiettato ciò che qualunque persona dotata di un minimo di capacità cognitiva stava pensando: “Mi scusi Ministro, come farete a controllare le feste private? Mica avete intenzione di entrare in casa della gente!?”.
Al che Speranza ha risposto: “Confidiamo sulle segnalazioni e, soprattutto, sul buonsenso delle persone!”.
Ora, per quanto concerne le segnalazioni, presumendo che il Ministro si riferisse alle delazioni, se da un lato gli spioni troveranno pane per i loro denti, denunciando prontamente quanto accade nelle case dei vicini per paura o perché li hanno semplicemente sulle scatole, levandosi in questo modo qualche sassolino dalle scarpe; dall’altro non si può escludere che quanti li abbiano, i vicini, in simpatia tacciano, lasciando che la festa si svolga regolarmente, magari facendovi partecipare anche i propri figli.
Per quanto poi riguarda confidare nel buon senso dei cittadini, forse al Ministro sfugge che, se oggi la situazione sta nuovamente precipitando, la causa è proprio la mancanza di buon senso da parte di una buona fetta di popolazione, giovani e non, che, anziché attenersi alle più elementari misure di sicurezza per arginare la diffusione del virus – utilizzo delle mascherine in pubblico, igiene delle mani, distanziamento sociale – si rifiuta di farlo, tirando in ballo le più astruse motivazioni; giungendo a mettere in discussione l’esistenza del virus ritenendola un’invenzione dei poteri occulti che governano il mondo per sottomettere i cittadini alla propria volontà, o del governo per attuare la dittatura sanitaria!.
Inoltre al Ministro sfugge che non serve a nulla vietare gli sport di contatto se poi nei mezzi pubblici ci si accalca uno sull’altro come sardine in una scatola?
È vero, i trasporti pubblici sono ad appannaggio degli enti locali – regioni e comuni – ma in una condizione emergenziale come quella che stiamo vivendo, non sarebbe il caso che il governo intervenisse anche su questioni che non gli competono, mettendo un po’ d’ordine per evitare il peggio, magari aumentando le corse in modo da ridurre i tempi di attesa o incrementando il parco macchine?
In questi casi l’articolo 77 della Costituzione glielo consentirebbe!
Un motto popolare recita: “chi di speranza vive, disperato muore!”.
Un altro, latino, afferma: nome omen, “il nome è un presagio”.
In entrambi i casi, speriamo non sia il caso del Ministro Speranza.
È vero che “la speranza è l’ultima a morire”, come afferma un altro proverbio, ma sarebbe meglio anteporle la ragione!
Il covid non si sconfigge affidandosi al caso – non escludendo che possa accadere – ma con i fatti!