“Giornata contro…”, aderisco! E poi?

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Giornata contro la violenza sulle donne, aderisco; giornata per la sicurezza sul lavoro, aderisco; giornata contro la povertà, aderisco; giornata contro il razzismo e l’omofobia, aderisco; giornata per la libertà di parola, aderisco; giornata per la libertà di credo, aderisco; giornata contro lo sfruttamento indiscriminato del territorio, aderisco; giornata contro la violenza e lo sfruttamento dei minori, aderisco.

Siamo propensi ad aderire a qualunque giornata venga indetta contro ogni tipo di soprusi. Siamo pronti a tingerci il viso con strisce rosse o di qualsiasi altro colore per dire no a qualsiasi tipo di violenza, a metterci platealmente e pubblicamente la mano sulla bocca per denunciare il silenzio imposto da un’autorità al fine di tacitare quella che invece reputiamo sia una giusta protesta, vedi quanto hanno fatto i giocatori della Germania ai mondiali del Qatar: per ribellarsi al silenzio imposto dalla FIFA contro i diritti violati in quel paese si sono fatti fotografare con la mano sulla bocca.

Eppure, nonostante le tante giornate indette contro gli autoritasmi e le illiberalità e la nostra disponibilità ad aderirvi, ogni anno centinaia, solo in Italia, sono le donne vittime di femminicidio, nel 2022  già siamo a 104. Quasi sette volte tanto sono invece le vittime sul lavoro, 677.

Nel primo caso si obietterà, “è difficile prevenire un femminicidio, così come è difficile intervenire in un nucleo familiare per porre fine alla violenza perpetrata da lui contro di lei e i figli se nessuno denuncia”. Tale obiezione si annulla da sola visto che diverse vittime di femminicidio vengono uccise da chi, pur essendo stato denunciato dalla stessa vittima per maltrattamento o stalking alle autorità preposte, viene lasciato libero con l’ammonimento di non avvicinarsi mai più a lei. E invece…

Per quanto poi riguarda gli infortuni sul lavoro, l’elevato numero di morti bianche che ogni anno si registrano nel nostro paese nei cantieri, nelle aziende o nei negozi, senza contare gli infortuni gravi e meno gravi, spesso sono conseguenti alla mancanza delle basilari norme di sicurezza disattese dal datore di lavoro per non rallentare la produzione o accrescere i costi aziendali…

Tuttavia se evitare un femminicidio è cosa complessa, non dovrebbe esserlo garantire il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro. Basterebbe che gli inviati dell’ispettorato del lavoro, nei loro periodici controlli in varie aziende, anziché chiudere un occhio se non entrambi sulle inadempienze cui si trovano davanti perché tra loro e i titolari dell’azienda, nel corso dei controlli, si instaura un rapporto di “simpatia” cui farà seguito un reciproco scambio di cortesie, le segnalassero come loro compete. Diversamente non si comprende l’esistenza di tale organo e quella di questi signori…    

La tragedia di ieri a Casamicciola dove una frana causata da dissesto idrogeologico si è abbattuta su un centro abitato causando morte e distruzione, è l’ennesima disgrazia conseguente alla mancanza di serie politiche nazionali a tutela del territorio. Anche in questo caso, come ha assicurato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il governo e le autorità faranno la loro parte per garantire che simili disastri non avvengano più. Eppure ogni anno, in diverse parti del territorio registriamo simili tragedie, le quali periodicamente si replicano nello stesso luogo a conferma che dopo le parole di circostanza pronunciate dai politici subito dopo il disastro, a esse quasi mai fanno seguito i fatti e, se lo facessero, non lo fanno come dovrebbero.  

Sempre ieri gli allagamenti di Licola, frazione di Pozzuoli, causati dall’esondazione di un canale dovuta al maltempo, testimoniano la totale mancanza di prevenzione in quella zona, malgrado nel corso degli anni non si contano le denunce da parte degli abitanti e delle associazioni territoriali dell’assoluta mancanza di intervento da parte delle autorità nella bonifica dei canali e degli alvei torrentizi per evitare simili flagelli.

Siamo pronti ad aderire a tutte le “giornate” indette contro qualsiasi marciume intacchi la società, ma se poi chi è preposto a combattere il marciume si dimostra incapace di farlo, mi sa che tali giornate e le nostre adesioni servono a poco!

About Post Author

vincenzo giarritiello

Nato a Napoli nel 1964, Vincenzo Giarritiello fin da ragazzo coltiva la passione per la scrittura. Nel 1997 pubblica L’ULTIMA NOTTE E ALTRI RACCONTI con Tommaso Marotta Editore; nel 2000 LA SCELTA con le Edizioni Tracce di Pescara. Nel 1999 la rivista letteraria L’IMMAGINAZIONE pubblica il suo racconto BARTLEBY LO SCRIVANO… EPILOGO, rivisitazione del famoso racconto di H. Melville. Dal 2002 al 2009 ha coordinato laboratori di scrittura creativa per ragazzi tra cui uno presso la sezione femminile dell’IPM di Nisida, esperienza che racconta nel libro LE MIE RAGAZZE – RAGAZZE ROM SCRIVONO edito nel 2019. Tra il 2017 e il 2020 ha ristampato L’ULTIMA NOTTE e pubblicato SIGNATURE RERUM (il sussurro della sibilla), RAGGIOLO, UNO SCORCIO DI PRADISO IN TERRA e la raccolta di racconto L’UOMO CHE REALIZZAVA I SOGNI. Nel 2020 ha pubblicato con le edizioni Helicon il romanzo IL RAGAZZO CHE DANZÒCON IL MARE. Nel 2021, sempre con le Edizioni Helicon, ha pubblicato il romanzo UN UOMO BUONO (mio padre malato di Alzheimer). Ha collaborato e collabora con diverse associazioni culturali (Magaris; Lux in fabula), con riviste cartacee e digitali tra cui IL BOLLETTINO FLEGREO, NAPOLI PIÙ, MEMO, GIORNALE WOLF, COMUNICARE SENZA FRONTIERE, QUICAMPIFLEGREI.IT. Nel 2005 ha aperto il blog LA VOCE DI KAYFA e nel 2017 LA VOCE DI KAYFA 2.0. Dal 2019 ha attivato il sito www.vincenzogiarritiello.it. Per la sua attività di scrittore e poeta in vernacolo ha ricevuto riconoscimenti letterari.
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