Ciao amico mio, ovunque tu sia!

0 0
Read Time:8 Minute, 51 Second

Ieri mattina, mentre mi apprestavo a scendere di casa per godermi la città in festa per l’ormai imminente conquista dello scudetto, ricevetti una chiamata sul cellulare da un numero sconosciuto.

<<Pronto?>> risposi seccato, convinto si trattasse del solito call center.

<< Ciao, Enzo>> balbettò una voce di donna anziana, affaticata, quasi commossa. <<Sono… >>.

Era la mamma di un mio caro amico di infanzia recentemente scomparso a causa della leucemia. Per motivi personali non potetti andare ai suoi funerali per cui inviai un telegramma. La signora disse che ci teneva a ringraziarmi di persona per le belle parole che avevo speso per l’estremo saluto al mio amico. Chiacchierammo per un po’. Mi raccontò in sintesi l’inferno che avevano vissuto in quell’anno e mezzo in cui il male si era accanito su F. , concludendo: << Quel che mi rasserena è che se ne è andato con il conforto della preghiera. >>

Quelle ultime parole mi colpirono. Che io sapessi F. non era mai stato un fervente credente. Tuttavia non esclusi che nel corso della malattia non potesse essersi avvicinato alla religione per trovare un conforto interiore, come mi ha poi successivamente confermato R., l’amico coprotagonista degli episodi che mi accingo a narrare.

Chiusa la conversazione, profondamento emozionato, scesi e andai a Napoli per godermi l’approssimarsi della festa per lo scudetto.

Passeggiando per la città colorata di bianco e di azzurro, immerso tra la folla festante di tifosi e turisti con bandiere e maglie della squadra partenopea, ripensando alla telefonata di quella mattina, mi ritornarono alla mente diversi episodi che caratterizzarono la mia amicizia con F. . Tra questi ce ne sono tre che tuttora mi suscitano particolare allegria. Due hanno come oggetto la pizza, un altro la pubblicazione della mia prima raccolta di racconti.

Il primo episodio si verificò alcuni anni dopo che mi ero sposato. All’epoca F. era ancora un single impenitente. Di tanto in tanto in tanto lui e R. venivano a cena da me per trascorrere una serata tra vecchi amici e apprezzare la cucina di mia moglie. Ogni volta che ci sentivamo per concordare l’appuntamento, F. non mancava mai di dire:

<<Enzo, di’ a Brunilde di non mettersi in cerimonie, per noi va benissimo anche uno spaghetto col pomodoro. Veniamo da te per il piacere di stare insieme non certo per mangiare.>>

<<Va bene>> rispondevo, già sapendo che, seppure avessi detto a mia moglie di cucinare qualcosa di semplice, come si conviene a una buona padrona di casa si sarebbe data da fare tra i fornelli per accogliere gli ospiti nel miglior modo possibile.

Nel momento in cui ci sedevamo a tavola e Brunilde iniziava a servire, i commenti di F. erano sempre gli stessi:

<<Brunilde, ma perché ti sei messa in cerimonie? Bastava anche una pizza surgelata!>>

<<Per me no>> rispondeva R. ironicamente.

A quel punto tutti scoppiavamo a ridere, inclusi i miei bambini. Quindi iniziavamo a mangiare e a bere di gusto. Il mio amico, che amava tanto la vita, era un esperto di vini. Quando venivano a cena, pur sapendo che certamente avrebbero portato da bere, passavo dall’enoteca per acquistare vini di qualità da abbinare al pranzo nel caso, non avendo idea di cosa avremmo mangiato, loro ne avessero portato uno non adatto.

Un pomeriggio che ci sentimmo per organizzare l’ennesima cena e lui mi disse che sarebbe venuto da solo, aggiungendo, “Di’ a Brunilde di non mettersi in cerimonie, per me va benissimo una pizza surgelata!”, non appena riattaccai, dissi a mia moglie:

<<Quando vene, c’aggia cumbinà nu piattino! …>>

Il giorno stabilito per la cena, chiesi a Brunilde di passare al supermercato e acquistare una pizza surgelata.

<<Ma sei impazzito?>> rispose stupefatta. <<Davvero vuoi fargli mangiare la pizza surgelata? >>

<<Tu non preoccuparti, cucina quello che vuoi, ma compra la pizza.>>

Conoscendomi, dopo un attimo di perplessità, divertita disse:

<<Ho capito, gli vuoi fare uno scherzo!>>

Quando lui arrivò, dalla cucina proveniva un profumino invitante.

<<Madonna, che odore>> disse illuminandosi in un sorriso. <<Ma perché Brunilde si è messa in cerimonie?>>

<<Ma quali cerimonie>> risposi pregustando quello che di lì a poco sarebbe accaduto.

<<Enzo, mi sono permesso di portare questo>> disse porgendomi una bottiglia di vino rosso doc. <<Dal profumo che sento, penso che si sposi perfettamente con quanto mangeremo!>>

<<Accomodiamoci>> mi limitai a dire, poggiando la bottiglia nel centro della tavola. In quell’attimo entrò mia moglie con il vassoio degli antipasti.

<<Madonna>> disse lui facendo il gesto di servirsi.

<<Questi non sono per te>> lo stoppai bloccandogli la mano.

<<Ah no? Scusa!>> rispose imbarazzato.

In quell’attimo entrò Brunilde con la pizza appena scongelata nel microonde e gliela piazzò davanti. Lui sobbalzò stupito.

<<Problemi?>> domandai con fare indifferente riempiendomi il piatto con gli antipasti.

<<No, nessun problema, ci mancherebbe>> rispose. La tagliò e iniziò a mangiare.

<<Com’è?>> domandai sotto lo sguardo divertito di mia moglie e dei miei figli.

<<Buona>> rispose convinto.

<<Jetta sta fetenzia!>> dissi a quel punto scoppiando a ridere levandogli la pizza.

<<Enzo, è buonissima, credimi>> obiettò trattenendo il piatto.

<<Nun di’ strunzate>> risposi ridendo. <<Brunì, fagli il piatto>> dissi a mia moglie che, divertita, iniziò a riempirglielo di ogni ben di Dio.

<<Enzo, la pizza va benissimo, credimi!>> protestò F. senza convinzione.

<<Pe’ piacere, magna e statte zitto!!>> risposi mentre andavo in cucina per buttare la pizza nella spazzatura.

<<Che disgraziato che sei>> disse ridendo quando ritornai.

Sorridendo stappai la bottiglia di vino che aveva portato e brindammo.

L’altro episodio accadde qualche anno dopo. F. mi telefonò dicendomi che lui e R. sarebbero passati a prendermi per andarci a mangiare una pizza e mi chiese se conoscessi un locale a Pozzuoli dove la facevano buona.

<<Non preoccupatevi, so dove andare>> risposi.

Quando entrammo in pizzeria, F domandò al cameriere di portargli la carta dei vini. Io e R. ci guardammo perplessi.

<<Ma non dobbiamo mangiare la pizza?>> domandammo in coro fissandolo stupiti.

<<Certo, ma, lo sapete, per me il vino è sacro>> rispose scorrendo con attenzione la lista dei vini. <<Non ce la faccio a bere birra!>>

<<Ma rischiamo di pagare più il vino che le pizze e tutto il resto>> gli feci notare.

<<Tranquilli, il vino è a spese mie>> rispose. In quel mentre si avvicinò il cameriere spingendo il carrello con i piatti e le posate per apparecchiare degnamente.

<<Che fa?>> domandò lui guardandolo mentre sostituiva i piatti per la pizza con quelli eleganti adatti a un vero pranzo.

<<Apparecchio>> rispose.

<<Ma noi vogliamo mangiare solo una frittura e una pizza.>>

Il cameriere lo guardò come se vedesse un alieno.

<<Ma non dovete ordinare il vino?>>domandò fissando la lista che lui teneva tra le mani.

<<Certo, ma perché, sta scritto da qualche parte che sulla pizza non si può bere il vino?>>

Lui non replicò. Rimise a posto i piatti e si allontanò con il carrello brontolando chissà che.

Inutile dire che ordinammo una bottiglia di vino che costava un occhio della testa. Ma, come aveva promesso, F. il vino lo pagò lui!

L’ultimo episodio risale all’epoca in cui pubblicai la mia prima raccolta di racconti. Per l’occasione mia moglie mi organizzò una festa a sorpresa e chiese ai miei due amici di tenermi impegnato quel pomeriggio. All’epoca era in corso alla Mostra d’Oltremare la Fiera del Libro, loro mi diedero appuntamento alle 6 per andarci insieme. Mentre passeggiavamo per gli stand, facendo per ben due volte il giro dei padiglioni, cosa che mi stupì molto, notai che ripetutamente consultavano gli orologi.

<<Andate di fretta?>> domandai alla fine.

<<Alle otto ho un appuntamento>> rispose uno dei due. <<Tra poco andiamo. Tu che fai?>>

<<Come che faccio? Me ne vado anch’io>> risposi guardandoli perplesso.

Quando uscimmo, ci salutammo. Mentre mi allontanavo verso la macchina, notai che si affrettavano quasi correndo per prendere la loro.

Non appena arrivai a casa e aprii la porta mi trovai davanti a una marea di gente che mi accolse con un caloroso coro di auguri. Quando vidi i miei due amici, dissi:

<<Ora ho capito perché prima mi avete obbligato a fare due volte il giro degli stand e poi siete andati via come se aveste il ghiaccio in tasca…>>

<<Non è stato semplice tenerti bloccato fino all’orario concordato con Brunilde>> disse F. sorridente.

R. sorrideva anche lui, ma aveva un colorito strano, quasi cereo.

<<Qualcosa non va?>> gli chiesi.

<<Va tutto bene, ma non scrivere subito il prossimo libro, mi raccomando!>>

<<Perché?>>

<<Per arrivare qui prima di te, m’ha fatto fa’ e vierme!>> rispose, fulminando F. con lo sguardo. <<Ha lanciato la cinquecento a tutto gas; abbiamo fatto la salita del San Germano, azzardando sorpassi folli; poco c’è mancato che ci stampassimo in faccia a un pullman. Me mantenevo cu tette e ddoie ‘e mmane alla maniglia d’appoggio pe’ paura ‘e sbattere dinto ‘o parebrezza. Praticamente me so’ cacato sotto!>>. Poi raccontò che all’atto in cui erano entrati nel parcheggio della Mostra per lasciarvi l’auto, il parcheggiatore gli aveva fatto presente che se al ritorno avessero trovato qualche graffio sulla carrozzeria, lui non era responsabile. A quel punto, con la flemma che lo contraddistingueva, F. aveva risposto:

<<Belli cazzi!>>

Tutti scoppiammo a ridere. Quindi riempimmo i bicchieri e brindammo!

Ciao, amico mio, spero che ovunque tu sia, vi sia un’enoteca che soddisfi i tuoi gusti, brindo alla tua memoria!

About Post Author

vincenzo giarritiello

Nato a Napoli nel 1964, Vincenzo Giarritiello fin da ragazzo coltiva la passione per la scrittura. Nel 1997 pubblica L’ULTIMA NOTTE E ALTRI RACCONTI con Tommaso Marotta Editore; nel 2000 LA SCELTA con le Edizioni Tracce di Pescara. Nel 1999 la rivista letteraria L’IMMAGINAZIONE pubblica il suo racconto BARTLEBY LO SCRIVANO… EPILOGO, rivisitazione del famoso racconto di H. Melville. Dal 2002 al 2009 ha coordinato laboratori di scrittura creativa per ragazzi tra cui uno presso la sezione femminile dell’IPM di Nisida, esperienza che racconta nel libro LE MIE RAGAZZE – RAGAZZE ROM SCRIVONO edito nel 2019. Tra il 2017 e il 2020 ha ristampato L’ULTIMA NOTTE e pubblicato SIGNATURE RERUM (il sussurro della sibilla), RAGGIOLO, UNO SCORCIO DI PRADISO IN TERRA e la raccolta di racconto L’UOMO CHE REALIZZAVA I SOGNI. Nel 2020 ha pubblicato con le edizioni Helicon il romanzo IL RAGAZZO CHE DANZÒCON IL MARE. Nel 2021, sempre con le Edizioni Helicon, ha pubblicato il romanzo UN UOMO BUONO (mio padre malato di Alzheimer). Ha collaborato e collabora con diverse associazioni culturali (Magaris; Lux in fabula), con riviste cartacee e digitali tra cui IL BOLLETTINO FLEGREO, NAPOLI PIÙ, MEMO, GIORNALE WOLF, COMUNICARE SENZA FRONTIERE, QUICAMPIFLEGREI.IT. Nel 2005 ha aperto il blog LA VOCE DI KAYFA e nel 2017 LA VOCE DI KAYFA 2.0. Dal 2019 ha attivato il sito www.vincenzogiarritiello.it. Per la sua attività di scrittore e poeta in vernacolo ha ricevuto riconoscimenti letterari.
Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *